lunedì 17 settembre 2012

Pesto di zucchine da 5 minuti



Un appuntino veloce veloce, proprio perché ormai la stagione delle zucchine è finita, però se ne trovano ancora di fresche e dolci e croccanti, quindi perché non provare ad usarle per un pesto che va a rimpiazzare quello genovese, ma che in ogni caso non ha davvero nulla da invidiargli? Buonissimo, se ne trovano parecchie versioni in giro per il web, la mia è una rielaborazione di tutte quante ;-)
Quindi, per sintetizzare: sono le 13, siete appena arrivate a casa da scuola/lavoro, avete fame ed avete bisogno di preparare un condimento per la pasta superveloce ma buono, che si faccia in 5 minuti mentre la pasta cuoce? Ok, siete capitate nel posto giusto signore!!!
Il pesto di zucchine è una vera leccornia, ha il pregio di farsi praticamente da solo, di potersi congelare, e di potersi mangiare sia come sugo per la pasta che spalmato su una bella bruschetta o, perché no, spalmato su una piadina arricchita di mozzarella e prosciutto, e di essere davvero buono, a patto di usare delle zucchine fresche fresche :-)

PESTO DI ZUCCHINE DA 5 MINUTI


 

Ingredienti:
3 zucchine piccole (circa 250-300 g)
25 foglie di basilico
3 cucchiai di pecorino romano grattugiato
1 cucchiaio di mandorle con la pelle
Olio evo
Sale & pepe

Procedimento da 2 minuti:
Lavare bene le zucchine, spuntarle e tagliarle a bastoncini. Metterle dentro il bicchiere del minipimer con il basilico lavato ed asciugato, il pecorino, le mandorle ed iniziare a frullare, aggiungendo man mano l’olio finchè otterrete una consistenza vellutata, ed aggiustare di sale e pepe secondo il proprio gusto.

NOTE:
- al posto delle mandorle si possono utilizzare anche pinoli oppure noci.


giovedì 13 settembre 2012

Tortine di patate ed erbe fresche

Il cielo è grigio, piove, fa freddino, ed io sono a casa con il raffreddore…non vi sembra un perfetto inizio autunnale? Ieri per di più è iniziata la scuola, quest’anno è l’ultimo, è da 2 giorni che ho un mal di testa incessante, e non la smetto più di lamentarmi… che palle, l’estate è proprio finita ed io non me la sono (quasi) per nulla goduta, inoltre, come se non bastasse, sembra che pure le mie pianticelle di pomodoro sul balcone vogliano ricordarmi che ormai non è più tempo per loro, e che quei 2 pomodorini ancora verdi ed immaturi saranno gli ultimi. Sigh, me ne sto quindi qui accoccolata sulla mia sedia nera da avvocato con addosso la prima felpa della stagione ed i leggings lunghi, cose che non ricordavo nemmeno più di possedere, ad autoconvincermi che sì, ora è tempo di pensare ad altre cose, leggasi: compiti, interrogazioni, momenti sclero per il troppo studio, zuppette bollenti, risotti di zucca – a proposito, ma anche voi le avete viste saltar fuori dal fruttivendolo, le zucche?-, giubbini di pelle e sciarpette e scarpe fradice ed ombrelli bagnati. Ok, vi ho stufati, la smetto di fare la malinconica cronica d’autunno :-)

Parlando di cose serie, ieri sera per cena ho cucinate queste cosette qui, delle crocchette di patate ed erbe fresche, che vi raccomando sul serio. Facili, relativamente veloci, si possono surgelare salvando più di una cena, si possono preparare con largo anticipo, e come se non bastasse, potete schiaffarci dentro tutto quello che volete, usando le erbette che vi aggradano di più. Sono pure sceme, tant’è che non sapevo se pubblicarle o meno, perché in fondo sono sempre patate cotte e poi schiacciate e modellate in una forma più o meno carina, ma è un modo diverso per presentarle, insomma, non so voi, ma quando a cena a casa mia si annuncia che di contorno ci sono patate, mediamente le facce appaiono alquanto mosce…queste invece, sarà che sono scrocchiarelle e gustose, sono piaciute e non poco!
Prese da “Il cavoletto di Bruxelles”.

 
TORTINE DI PATATE ED ERBE FRESCHE




Per 4 persone, 15 crocchette circa:
6 patate abbastanza grandi
1 uovo
Parmigiano 3 cucchiai
Pangrattato 2 cucchiai
Olio, 1 cucchiaio
Peperoncino, pepe & sale
Basilico, 30 foglie
Salvia, 5 foglie
Rosmarino, 2 rametti
Timo, 10 rametti piccoli
Erba cipollina, 5 steli

+ altro pangrattato per la panatura

Procedimento:
Lessare le patate lavate ma con la buccia, e quando son cotte, lasciarle freddare e poi sbucciarle. Nel frattempo tritare a coltello le erbette e metterle da parte. Prendere la patate sbucciate, porle in una ciotola e schiacciarle con una forchetta, aggiungere poi l’uovo, il parmigiano, il pangrattato, l’olio, il sale, il pepe ed il peperoncino e le erbette. Mescolare per rendere il tutto omogeneo. Versare su un piatto  fondo del pangrattato. Prendere un cucchiaio, prelevare un cucchiaio d’impasto, modellarlo con le mani a mo’ di pallino, poi passarla nel pangrattato e, aiutandosi con la base di un bicchiere, schiacciarla, per poi formarla meglio sempre usando il bicchiere come coppa pasta. Mettere in frigo le crocchette per un’oretta, poi cuocerle come si preferisce. Io le ho cotte in micro, per 15 minuti, modalità combi + grill. Servire come accompagnamento con dell’insalatina.

lunedì 3 settembre 2012

Schiacciata con i fichi

Mi piacciono le tradizioni, per quanto ne segua davvero poche. Mi piace cucinare con prodotti di stagione, avere a disposizione ingredienti di qualità ed utilizzarli al meglio.
L’altro giorno è arrivata a casa una bella cassetta contenente tanti piccoli fichi, bianchi e neri, appena colti, che erano ancora caldi dei raggi del sole, e che sprigionavano un profumo intenso e zuccherino. Era davvero impossibile riuscire a mangiarli tutti da soli, e allora…mi sono ricordata che esattamente in questo periodo, l’anno scorso, avevo fatto la schiacciata con l’uva…buona, è una focaccia dolce ripiena con l’uva nera, quella da vino, che tradizionalmente si prepara in Toscana. Si prepara con l’impasto del pane, anche se oggi si usa zuccherarlo un po’. La stiacciata è davvero buona, quando la mordi senti il sapore dolcino della focaccia e subito dopo il sugo asprigno dell’uva da vino! Quest’anno avevo intenzione di rifarla, ma poi…ho guardato quella bella cassetta di fichi…e mi son detta: ma perché non farla con i fichi al posto dell’uva? Breve ricerca su internet, Marble l’ha fatta anche lei, e garantisce che è una variante della tradizione, sempre fiorentina ovviamente!! E allora? Cos’ho fatto? Ma niente, ho preso la farina ed ho impastatooo :-)

La ricetta, come ho visto anche da Anice, è la stessa inserita nel libro “Il libro della vera cucina fiorentina” di Paolo Petroni…bhe, io non lo so se la ricetta è la stessa, in ogni caso, fatela, perché è davvero buona buona, e i fichi si spappolano che è un piacere davvero! In più, oggi è bello fresco lino, accendere il forno è pure un piacere! ;-)
Ah, come aromi io ho riportato quelli che tradizionalmente si usano sulla schiacciata con l’uva –rosmarino o anice- io in realtà su questa non c’ho messo nulla, l’ho lasciata nature e penso d’aver fatto proprio bene :-)

SCHIACCIATA DI FICHI




Ingredienti, per uno stampo rettangolare 30x38 cm:
400 g di farina 0 (tagliata al 50% con Manitoba)
4/5 cucchiai di zucchero
2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
1 cucchiaino raso di sale
250/300 ml d’acqua
7 g di lievito di birra secco (una bustina) oppure 20 g di lievito di birra fresco

Fichi a volontà –una ventina-
Olio extravergine d’oliva
Zucchero

Rametti di rosmarino e/o anice, a piacere ma soprattutto facoltativi

Procedimento:
via col preparare la pasta: in una ciotola, mischiate la farina con il lievito di birra e miscelate bene. Aggiungere poi tutti gli altri ingredienti ed impastare bene ed energicamente, su una spianatoia infarinata, per circa 10 minuti. L’impasto deve essere elastico ma non appiccicoso. Dopo averlo lavorato, metterlo nella ciotola e lasciarlo lievitare per un’oretta, io l’ho lasciato quasi due ore, il telefono ha colpito ;-)
dopodiché, prendere l’impasto, e dividerlo in 2 parti: una più grande, che servirà per il sotto, e l’altra più piccola, che andrà sopra. Ungere molto bene la teglia con dell’olio e poi stenderci direttamente l’impasto più grande con le mani, tenendo i bordi un po’ alti. Sciacquare delicatamente i fichi e togliere eventuali piccioli, quindi tagliarli in quarti e disporne una metà sull’impasto steso. Dare un giro d’olio e una spolverata abbondante di zucchero. Coprire con l’latra metà della pasta già stesa, avendo cura di sigillare bene i bordi. Disporre sopra l’ultimo strato i fichi, solito giro d’olio e solita spolverata di zucchero. Se volete potete mettere anche un rametto o due di rosmarino o dell’anice, secondo me ci stanno bene entrambi e donano un profumino delizioso! Infornare quindi in forno già caldo, a 180°, per 45 minuti-un’oretta, dipende un po’ dal forno, in linea di massima quando la focaccia è dorata e bella gonfia e lucida, grazie al succo della frutta, è pronta!

NOTE:
- io ho usato il lievito di birra secco, quello in bustina, che non va attivato nell’acqua, ma se volete usare quello fresco, nessun problema, procedete come sempre.

martedì 28 agosto 2012

Crostata di pesche caramellate e frangipane

 Le crostate esercitano sempre un grande fascino su di me…se potessi ne farei una al giorno :-) ma dato che qui a settembre bisogna per forza rientrare nei jeans, non ci si può mica allargare con i dolci…però…c’è sempre un però…era da tantino che non facevo una torta…e poi avevo voglia di una crostata, con le pesche, e con la crema frangipane –che tra l’atro non avevo nemmeno mai fatta- insomma, ero in fissa da giugno con una crostata del genere che però dato il caldo afoso africano e spaccaballe non avevo ancora provato :-(             E allora appena s’è presentata l’occasione –leggi: un po’ di fresco- ho preso le pesche più belle che ho trovato ed ho acceso il forno :-)
Il risultato è stato come lo volevo io, una crostata morbida e goduriosa, e poi insomma non so per qual motivo ma l’accoppiata frutta a nocciolo+frutta secca ci sta sempre divinamente bene! La crema frangipane invece è una frangipane-nonfrangipane, nel senso che qui io ho usato il burro leggermente salato quando invece si farebbe con il burro tradizionale –ma d’altronde il leggermente salato lo usa pure la Gigli, quindi…- e in più non c’è traccia di farina, quindi rimane molto morbida. Last but not least, le pesche che in cottura si caramellano e diventano croccantine fanno un bel contrasto con la crema vellutata che poi alla fine le copre, insomma…da provare! Io la vedrei bene anche con i fichi… mumble mumble…

CROSTATA DI PESCHE CARAMELLATE E FRANGIPANE



Per la frolla:
250 g di farina 00
125 g di burro freddo
100 g di zucchero a velo
1 uovo medio
Sale
Vaniglia

Per la crema frangipane:
100 g di burro leggermente salato e morbido
100 g di zucchero semolato
2 uova
120 g di farina di mandorle con o senza la pelle
Vaniglia

4 peschenoci medie
Succo di ½ limone
Zucchero di canna

Procedimento:
  1. preparare la frolla: Nel mixer mixare ad intermittenza tutti gli ingredienti, finchè non si formerà una palla. Maneggiarla un attimo e poi avvolgerla con pellicola e lasciarla in frigo per qualche ora.
  2. Preparare la crema: in una ciotola, sbattere lo zucchero con il burro finchè si otterrà un composto spumoso. Aggiungere le uova una alla volta, incorporandole bene, poi la farina di mandorle e la vaniglia, mescolando bene. Riporre in frigo fino al momento in cui si userà.
  3. Preparare le pesche: lavare e tagliarle in quarti, poi successivamente a fettine non troppo sottili. Riporle in una ciotola ed irrorarle col succo di limone.
  4. Assemblare la crostata: accendere il forno a 180° e, mentre si scalda, imburrare ed infarinare uno stampo da crostata da 25 cm di diametro. Stendere la frolla su un piano infarinato il più velocemente possibile e con questa foderarci lo stampo, tenendo i bordi leggermente alti. Sopra la frolla stendere la crema, livellarla, e sopra adagiare le fettine di pesche a raggiera. Spolverare le pesche con abbondate zucchero di canna, così poi caramelleranno e faranno una crosticina croccante buonissima :-). Cuocere a 180° per 35-40 minuti circa. Lasciar raffreddare bene e sformare.

martedì 21 agosto 2012

Infusiamoci!

Fa troppo, troppo, troppo caldo. Va bene che siamo ad Agosto, in piena Estate, va bene che se il caldo non c’è adesso, quando dovrebbe esserci? Va bene che se fa freddo ci lamentiamo perché fa troppo freddo, viceversa se c’è caldo, ci lamentiamo perché c’è troppo caldo…ma io non ce la faccio davvero più! Fortuna che abito in una città di mare, che se dovessi per mia sfortuna abitare in città mi sarei già volentieri ammazzata ;-) insomma è un po’ per questo che latito su questi lidi da molto, forse troppo tempo, ma davvero mica ce la faccio io a cucinare con sta afa! Ho pure rinunciato a farmi da me la torta per il mio 18esimo compleanno, pensa te come sto messa! Di pubblicare ricette sceme non se ne parla, tanto il riso freddo lo sapete fare tutti, no?
Quindi cosa mai vi proporrò oggi? Ma un infuso!


Insomma, più che una ricetta è un’idea per ritagliarsi un momentino fresco della giornata, anche se io lo berrei sempre e ovunque, un infuso di frutti ed erbe miste per ricaricarsi di vitamine, sali minerali e tutto ciò che la sudorazione vi fa buttar fuori…è molto gradevole, rinfrescante e dissetante, furbo perché poi potrete inventarvene mille, insomma è altamente personalizzabile.
In realtà poi io l’idea l’ho presa dall’infuso di frutti misti biologici della coop, che lo vende in bustine monodose, poi però mi sono resa conto che non valeva molto la pena spendere ogni volta 2 euro per una scatoletta contenente 20 filtri, e che era molto più economico farselo da sé. Quindi ho letto sulla confezione che l’infuso conteneva rosa canina, karkadè, scorze d’arancia e menta, me ne sono annata in erboristeria, ho acquistato la rosa canina ed il karkadè sfusi, e poi ho prelevato dal mio angolino sul terrazzo un bel mazzo di menta ed uno di melissa, pezzi di buccia di limone, arancia e pompelmo, qualche chiodo di garofano, ho preso un barattolo e ci ho buttato dentro tutto quanto. Quando ho voglia di qualcosa di fresco, che non sia acqua, afferro la mia caraffa, la riempio d’acqua, la scaldo al micro per 6 minuti e ci tuffo dentro un cucchiaio generoso di infuso. Lascio in infusione per parecchie ore, anche una notte, in frigo, poi filtro, zucchero – molto poco- e bevo, è dissetante davvero! Non vi do dosi, perché secondo me dipende tutto dal gusto personale, provate, regolatevi secondo la vostra inclinazione  e poi sappiatemi dire!

Ah, io ci vedo bene anche qualche fiore di lavanda e, ma devo ancora provare, qualche spicchio di frutta fresca proprio dentro la caraffa, tipo pesche, limone, pompelmo e arancio. Proverò :-)

 Dai, che la prossima settimana chiamano pioggia! Evvaiii :-)

venerdì 13 luglio 2012

Angelo e una pasta speciale

Angelo avrà sì e no sui 70 anni. È buffo, piccolo e grassoccio, zoppica ed ha un occhio che fa il furbo dietro le lenti spesse degli occhiali. Barba incolta, grigia e bianca, immancabilmente indossa camicie a maniche corte a fantasie vagamente hawaiane, con annessi bermuda ormai sdruciti, anch’essi a fiori, of course. Ai piedi dei calzari bianchi. Le mani grandi, con le dita grosse e provate, mani di uno che lavora, e tanto anche, ti fanno capire subito che lui, di mestiere, fa il pescatore, da oltre 50 anni. E lo fa con passione. Rifornisce di pesce buono i ristoranti della zona, offrendo cozze e vongole, pescate direttamente la notte prima nel nostro mare, l’Adriatico. Quando la mattina fa il giro dei ristoranti, e magari avanza qualcosa, viene sempre nel negozio di mio papà, dove lavoro anch’io, entra sorridente, mi saluta -buongiorno ragazza!- e ci offre sempre quello che gli è rimasto del pescato della notte. Sempre cozze e vongole. Ma sono cozze e vongole speciali. Hanno un sapore unico, quel sapore che sa donarti solo il pesce appena pescato. Questa è una delle tante fortune dell’ abitare in una città di mare, avere sempre pesce buono a disposizione, ed avere anche chi te lo vende in maniera onesta e spassionata. La vedo, la barchetta di Angelo, quando vado in spiaggia il pomeriggio. È sempre parcheggiata in riva, e i bambini ci giocano dentro come fosse un imponente veliero degli anni passati, quando invece è un’imbarcazione non molto grande, in legno, verniciata di bianco e con delle strisce azzurre. È carina. Proprio ieri Angelo è tornato al negozio, ma aveva avanzato più cozze e vongole del solito. Papà ed io non ci abbiamo pensato su molto, e gliele abbiamo comprate tutte. Novanta euro di pesce, ma glieli abbiamo lasciati più che volentieri. Angelo è una persona buona, quelle persone che proprio ti ispirano fiducia appena le vedi. Insomma, chili e chili di cozze e di vongole, che abbiamo sgusciato tutti assieme appassionatamente io, fratello, mamma e papà ieri notte, fino all’una e mezza. Lo facciamo ogni anno, perché poi porzioniamo cozze e vongole –con la loro acqua- in vasetti di vetro e li congeliamo, di modo che ne abbiamo per tutto l’anno. Con la certezza che sono cose buone e fresche ;-)
Ieri sera abbiamo quindi congelato tutti i vasetti, tranne uno che ho lasciato in frigo apposta perché per oggi a pranzo avevo già deciso di preparare una pasta cozze&vongole diversa da quella che facciamo di solito –ovvero la classica, cozze, vongole, pomodoro, aglio e prezzemolo-, una versione più fresca ed estiva, molto delicata, poco impegnativa, ma fenomenale dal punto di vista delle papille gustative: ho fatto una pasta con cozze, vongole, zucchine saltate, limone e basilico.
Le dosi vanno ad occhio, più o meno, soprattutto per cozze e vongole, io ne ho usati 3 cucchiai per ciascuna però le mie erano già sgusciate. Se voi non avete un Angelo pescatore come il mio e le dovete comprare in pescheria, prendete circa 1 chilo tra cozze e vongole, sappiate che tanto alla fine sono i gusci che fanno peso e volume ;-)

Pasta con cozze&vongole, reloaded



Per 3:
spaghetti, 240 g
cozze 3-4 cucchiai
vongole 3-4 cucchiai
acqua di cottura delle vongole, 4 cucchiai
acqua di cottura delle cozze, 4 cucchiai
zucchini 2 medi
scorza grattata di ½ limone
basilico una 15ina di foglie
aglio 4 spicchi
olio evo
sale

Procedimento, assai sciocco:
mentre la pasta cuoce, nel wok scaldare un po’ d’olio con l’aglio. Lavare le zucchine, spuntarle, tagliarle a metà nel senso della larghezza ed affettarle alla julienne, col coltello o con l’attrezzino apposito. Saltarle nel wok, salate e pepate, per 5 minuti, poi grattarci dentro la scorza del limone, tuffarci cozze e vongole con la loro acqua ed alla fine il basilico sminuzzato. Lasciar cuocere altri 5 minuti. Intanto la pasta sarà pronta: scolarla al dente e buttarla nel wok. A fuoco spento mescolare bene, togliere via l’aglio ed impiattare. Se piace spolverare di parmigiano.

NOTE:
- allora, facciamo una precisazione sul metodo di cottura delle cozze e delle vongole. Quando noi le compriamo, facciamo così: le facciamo aprire in pentola, con un po’ d’acqua, a fuoco vivace. I tempi ovviamente variano da cozze a cozze e da vongola a vongole…comunque sui 3-4 minuti. poi quando sono aperte, le trasferiamo in una ciotola, le lasciamo raffreddare e pian piano le sgusciamo. I gusci non sempre li teniamo da parte, però sarebbero carini da usare per la decorazioni di eventuali piatti. L’acqua di cottura, invece, diventa un’acqua che non si può assolutamente buttare, perché è quella che dà il gusto incredibile alla pasta! Perciò la si filtra attraverso un colino foderato con un canovaccio affinchè la eventuale sabbia ci rimanga intrappolata dentro, e poi si versa sulle vongole e sulle cozze. Quindi riempiamo tanti vasetti o con solo cozze + la loro acqua, o con solo vongole + la loro acqua, o con vongole + la loro acqua e cozze + la loro acqua, e si congelano.
Tutto chiaro? :-)

sabato 30 giugno 2012

La torta di ciliegie di Annalisa

Non so da voi, ma qui dove abito io, le ciliegie non le ho mai trovate a meno di 6€ al kg. Cioè va bene tutto, ma io 6€ al kg col cavolo che li spendo! Fatalità però, l’altro giorno sono passata davanti ad un piccolo fruttivendolo che vendeva delle ciliegie piccole, nere e molto mature a 1,50€ al kg. Secondo voi potevo perdere una tale occasione?! Eh no! Infatti ne ho presi ben 3 kg ;-)
Non avevo ancora ben in mente che farci, se non mangiarle così al naturale –cosa che farei ogni volta in cui compro ciliegie, lamponi & co- ma, dato che erano già mooolto mature, da sola mica sarei riuscita a mangiarne 3 kg entro la giornata…e così, bisognava buttarle dentro a un dolce! Dopo le reminescenze di quella sublime crostata che avevo fatto con le ciliegie, pensavo di confezionarne un’altra, ma poi mi sono tornati alla mente anche quei buonissimi muffinalla fine però ho pensato che avevo voglia di qualcosa di nuovo, perché alla fine fare le stesse cose che avevo già fatto mi sapeva un po’ di noioso. Quindi mi sono ricordata che avevo visto sul web, non ricordo in che sito, una ricetta di una Torta di ciliegie di Annalisa Barbagli, che così, alla prima occhiata, mi era sembrata particolarmente buona. Appuntate le dosi ed il procedimento su un foglietto di fortuna, l’avevo attaccato con una calamita sulla cappa in cucina, in attesa della stagione delle ciliegie appunto. Poi la stagione delle ciliegie alla fine è arrivata, unico neo, le ciliegie costavano un occhio, quindi finora no ciliegie, no torta ;-) trovate infine ste benedette ciliegie, comprate, pure troppe, l’ho fatta!

Allora, è una torta da colazione/merenda perfetta, morbida e aromatica. Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più…in realtà non so nemmeno io che, però ecco, non so, nel complesso non è che mi sia piaciuta tanto. Forse avrei apprezzato di più che le ciliegie fossero non solo in superficie, ma anche all’interno della torta, ma forse sono stata io che non le ho spinte bene sull’impasto? Comunque buona, insomma una torta senza troppe aspettative, semplice, di casa.
In corso d’opera poi ho deciso di aggiungere della cannella e della buccia di limone che non erano previste nella ricetta originale, ma che poi alla prova assaggio sono stata contenta di aver messo, perché hanno conferito un po’ di sapore a questo dolce che, altrimenti, sarebbe risultato alquanto “moscio”.

Dai, provatela e ditemi se vi è piaciuta…o sono io quella strana?

LA TORTA DI CILIEGIE DI ANNALISA


Ingredienti, stampo da 24 cm:
650 g di ciliegie –peso col nocciolo-
120 g di burro morbido
150 g di zucchero semolato
Buccia grattata di 1 limone biologico
150 g di farina di mandorle
3 uova, a temperatura ambiente
150 g di farina 00
2 cucchiaini di lievito chimico in polvere
1 cucchiaino di cannella polverizzata
1 pizzico di sale
2 cucchiai di maraschino o Brandy

Procedimento:
accendere il forno a 180°. Denocciolare le ciliegie lasciandole comunque intere, e metterle da parte.
Lavorare con una forchetta il burro con lo zucchero fino ad ottenere un impasto cremoso. Aggiungere la buccia del limone e la farina di mandorle  e mescolare col cucchiaio, poi 3 uova, una alla volta, e alla fine la farina setacciata col lievito, la cannella e il sale. Incorporare bene il tutto. Versare 2 cucchiai di liquore e mescolare. Imburrare e cospargere di zucchero di canna la tortiera, versare al suo interno l’impasto che è abbastanza consistente e livellare. Prendere le ciliegie, disporle sull’impasto a cerchio partendo dall’esterno e arrivando all’interno. Premerle leggermente con le mani affinchè affondino un po’ sull’impasto. Infornare e cuocere per 45 minuti.