Ebbene sì, è da agosto che non pubblico nulla. Non che in tutto questo tempo -3 mesi, lol- non abbia cucinato niente (ma vi pare possibile? Naaaaaaaaaaa), piuttosto sarebbe oppurtuno dire che sì, ho cucinato scemenze J perché il tempo è sempre quello che è, e tra la scuola che non mi lascia granchè tempo libero, tra il fatto che pure io ho una vita sociale da dover in qualche modo coltivare, tanto per non ritrovarmi come una vecchia zitella acida, tra la vacanza (essì, una stupendissimissima settimana passata in Sicilia, tra le zone di Palermo e Trapani, di cui vi parlerò in seguito con un bel reportage) resami necessaria per non diventare una pazza sclerotica che si sveglia alle 4 di notte, urlante peggio di un neonato, soltanto perché ha sognato che un esercito di fenicotteri la sbranava viva…bhe, dicevo, di tempo per cucinare cose serie davvero non ne ho avuto molto J
Proprio l’altro ieri, però, dato che alla fin fine questo è sempre il ponte di Ognissanti, qualcosa la dovevo pur fare! E così mi è tornata alla mente l’immagine delle vetrine delle pasticcerie di Venezia, dove fanno bella mostra di sé delle confezioni contenenti tanti dolcetti rotondi, tradizionalmente di color cioccolato, rosa o bianco, così bellini e simpatici, che sono le Fave Triestine. Prendono appunto il nome della città che rivendica la “paternità” di questa variante delle Fave dei morti , Trieste appunto. Ma perché proprio dei morti? La tradizione vuole che si consumino il 2 novembre, in sostituzione degli omonimi legumi, come offerta ai defunti.
Composti da farina di mandorle, zucchero ed albumi, questi dolcini vengono solitamente aromatizzati all’acqua di rosa bulgara –in tal caso arricchiti di poco alchermes per donare il caratteristico colore rosa-, al cacao, e quindi di color cioccolato, ed infine alla vaniglia, di color bianco.
Nel complesso la preparazione non è difficile, anzi. Il punto critico credo stia soprattutto nella cottura delle Fave: difatti, i dolci non devono cuocere, ma solamente asciugarsi, in modo che formino un guscio croccante, ma un interno scioglievole. Stiate quindi attenti al tempo, miei cari, non vorreste ritrovarvi con delle fave di marmo, vero? J
Ingredienti:
250 gr di farina di mandorle (mandorle al 100%!!!)
130 gr di farina 00
200 gr di zucchero semolato
3 albumi grandi
1 pizzichino di sale
+
Acqua di rosa bulgara e alchermes, per le fave alla rosa
Cacao amaro, per le fave al cioccolato
I semini di ½ bacca di vaniglia del Madagascar, per le fave alla vaniglia
Procediemento:
in una ciotola capiente lavorate la farina di mandorle, la farina 00, lo zucchero, il sale. Aggiungete un albume alla volta, amalgamandolo con le mani, fino ad ottenere un impasto abbastanza compatto, un po’ appiccicoso. Quindi dividete l’impasto in 3 ciotole, ed aggiungere alla prima un cucchiaio di acqua di rosa e l’alchermes, alla seconda 2 cucchiai di cacao ed alla terza la vaniglia. Formate delle palline della grandezza di una noce più o meno e schiaffatele in forno a 80° per circa un’ora e mezza, anche 2 se lo ritenete necessario.
NOTE:
- le mie le ho aromatizzate al cacao, alla vaniglia e, anziché alla rosa, al pistacchio. Per quest’ultime ho semplicemente aggiunto all’impasto circa 15 o 20 gr di pasta di mandorla al pistacchio presa, ovviamente, in Sicily: ottimi!
- Una delucidazione sulla farine di mandorle è doverosa! Io consiglio vivamente di acquistare quella già pronta, per il semplice motivo che non otterreste lo stesso risultato se vi mettete a macinare le mandorle col mixer. Ma, dato che la farina è piuttosto cara – io 500 gr li ho pagati 6 euro, sempre in Sicilia…ma sono sicura che erano SOLO mandorle- se proprio non riuscite a reperirla, abbiate l’accortezza di macinare le mandorle con la funzione pulse del mixer J
A presto con altre ricettine autunnali :-)
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